Decreto-legge sul problema dell’accesso alla pornografia da parte dei minori

In relazione al decreto-legge approvato dal Governo nel Consiglio dei Ministri di ieri sulle “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile” riportiamo uno stralcio della conferenza stampa della Presidente, Giorgia Meloni:

Poi c’è la questione che citava il Ministro Roccella e che riguarda il tema della pornografia. Quando il Ministro Roccella ha citato l’età in cui si stima oggi il primo accesso ai siti pornografici, tra i 6 e i 7 anni, ho visto qui la faccia di qualche mamma terrorizzata: è più o meno la faccia che ho fatto io quando ho scoperto questo dato. E il Ministro Roccella citava oggi in Consiglio dei Ministri anche dei casi nei quali, nei processi per stupro a danni di minori, i giudici si ponessero anche il tema del rapporto con la pornografia, cioè del rapporto con una lettura del sesso raccontata dalle piattaforme della pornografia che costruisce un immaginario nel quale, per esempio, la donna è sempre consenziente, nella quale alcune pratiche che sono estreme vengono vendute come pratiche diffuse. E quindi alcuni giudici, per esempio, si sono posti il problema di dire se: i ragazzi che hanno questo rapporto con la pornografia, sono carnefici o non sono carnefici nel momento in cui replicano lo stesso modello? Quindi è una materia che sta impattando pesantemente, molto più di quanto noi, che siamo la prima generazione di genitori che hanno figli completamente digitali, stiamo forse comprendendo, però una materia che anche quella va affrontata, ha impatto. Ora noi abbiamo inserito queste norme sul Parental Control che sono ovviamente la cosa minima che si può e si deve fare. Lì c’è tutta l’altra materia che riguarda il tema del blocco dell’accesso dei minori e la certificazione dell’età dei minori, che è un tema sul quale noi ci siamo interrogati: è materia molto complessa sulla quale si interrogano i governi di mezzo mondo, perché è una materia che entra molto anche nella privacy, anche degli adulti. Questa è una materia sulla quale, visto che ci sono anche forze politiche che hanno presentato delle proposte, io non considero giusto intervenire per decreto, però è una materia che spero le forze politiche, il Governo, ma anche il Parlamento possano rafforzare poi in sede di conversione del decreto-legge o con altri provvedimenti, perché questa è una materia molto difficile ma molto, molto importante. 

Il testo del nuovo decreto-legge ha un paragrafo intitolato:
Disposizioni in materia di tutela dei minori che utilizzano dispositivi informatici
Si prevede l’obbligo, per i fornitori dei servizi di comunicazione elettronica, di assicurare la disponibilità delle applicazioni di controllo parentale nell’ambito dei contratti di fornitura di tali servizi. A regime, si prevede inoltre l’obbligo per i produttori di dispositivi di telefonia mobile (e simili) di assicurare l’installazione di default di tali applicazioni nei nuovi dispositivi immessi sul mercato.
Si prevedono oneri informativi in capo ai produttori di dispositivi, i quali sono tenuti ad informare l’utenza circa la possibilità e l’importanza di installare tali applicazioni, che dovranno essere gratuite.
Si introducono, inoltre, norme per favorire l’alfabetizzazione digitale e mediatica a tutela dei minori, anche con campagne informative.

Sorprende che non si faccia nessun riferimento a quanto similmente già stabilito dall’articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28 e dalle successive iniziative dell’AGCOM per renderlo operativo, di cui abbiamo parlato in diversi articoli: a novembre scatta l’obbligo per i fornitori di servizi Internet di applicare gratuitamente filtri o parental control su tutti i contratti dedicati ai minori.

Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri