- Continua il tour Educyber generations in tutta Italia
Il MOIGE ha promosso nel 2024 l’ottava edizione del tour Educyber generations sostenuto da Enel Cuore Onlus, in collaborazione con Polizia di Stato, Anci – associazione nazionale comuni italiani, Google e Poste Italiane 300 scuole, circa 75.000 alunni, oltre 2000 docenti e 150.000 genitori. In questi giorni sono previste tre tappe in Campania, a Caserta e Napoli con l’obiettivo di promuovere un uso sicuro della rete e contrastare bullismo e cyber bullismo. Ogni incontro ha tre sessioni formative di 50 minuti tenute da psicologi della task force anti bullismo del MOIGE.
Secondo l’ultimo studio condotto dal MOIGE in collaborazione con l’Istituto Piepoli, che ha coinvolto 1.788 studenti delle scuole medie e superiori, circa un adolescente su 3 (35%) accetta le richieste di amicizia o contatto da parte di utenti sconosciuti online (nel 2022 era il 30%), e il 20% ammette di averli incontrati anche di persona. L’81% ammette che nel proprio smartphone ha in rubrica contatti di diverse persone che non ha incontrato personalmente, ma con le quali ha condiviso il proprio numero telefonico. Di loro, il 14% ha meno di 15 anni.
In aumento anche il numero di minori che ha condiviso online foto personali (9%, nel 2022 era il 7%, nel 2020 il 6%). Preoccupa particolarmente il dato relativo all’età: il 6% di chi ha ammesso di averlo fatto ha meno di 15 anni.
Per oltre il 22% dei minori intervistati internet è l’unica fonte di informazione, mentre il 78% si rivolge anche ad altre fonti. Solo il 17% verifica sempre ciò che legge, dato in leggera crescita (+2%) rispetto all’anno precedente.
L’8% degli intervistati ammette di usare sempre o spesso foto o video per prendere in giro qualcuno, dato che registra un trend di crescita costante: nel 2022 era il 6%, nel 2019 il 5%. Il 17% lo fa raramente, ma ammette di averlo fatto almeno una volta, e Il 45% dei ragazzi ha detto apertamente di aver subito almeno una forma di prepotenza, nel 34% dei casi si è trattato di violenza verbale. Inoltre, il 49% dei minori intervistati, naviga abitualmente senza filtro anti-porno. In generale, emerge che i minori parlano poco in famiglia della possibilità di adottare strumenti per una navigazione sicura, quasi la totalità degli intervistati, il 94%, non ne ha mai parlato con i genitori, o lo ha fatto raramente.
Fonte: MOIGE
- Ha senso vietare i social network ai bambini?
In Australia il primo ministro ha promesso di promuovere una legge per proibire l’utilizzo delle reti sociali ai bambini. Il tema torna periodicamente e si scontra anche con la difficoltà di verificare l’età dei navigatori su Internet. C’è invece chi propone di creare un ambiente protetto dedicato a loro e chi si lamenta dell’inefficienza del parental control.
Simone Cosmi su Wired commenta questa vicenda.
- Un’altra rete di pedofili online scoperta e fermata
Partendo dalle indagini sull’abuso su una minore da parte del padre i Carabinieri di Lodi hanno scoperto una rete di pedofili online arrestando quattro persone nelle province di Milano, Brescia, Taranto e Bari, con molto materiale di natura pedopornografica: circa 215.000 file comprendenti immagini e filmati con minori di diverse nazionalità.
Fonte: ANSA
- Nasce la piattaforma europea per tutelare i bambini dal porno
FAFCE, Federation of Catholic Family Associations in Europe ha pubblicato da Bruxelles il documento istitutivo dello European Child Shield Platform con il quale annuncia una rete di esperti legali e medici sul tema della pornografia con lo scopo di proteggere i bambini. Partecipano più di 30 ONG dei 19 stati dell’Unione Europea.
Nel documento sono riportate statistiche nazionali sulla diffusione della pornografia tra i minori, con dati allarmanti, e proposte di azione in diversi ambiti:
- Ricerca scientifica: Investire in studi più approfonditi e descrittivi sul consumo di pornografia tra i minori, in particolare gli adolescenti, esplorando le vulnerabilità individuali e la nosologia della dipendenza da pornografia, rispettando i principi etici.
- Politiche di salute pubblica: Includere la pornografia nelle classificazioni delle dipendenze internazionali, incrementare i controlli sui siti pornografici, sviluppare programmi di prevenzione e creare unità specializzate per il trattamento della dipendenza.
- Sensibilizzazione: Aumentare la consapevolezza sui rischi del consumo di pornografia a livello locale e europeo e includere corsi universitari su questo tema.
- Politiche e leggi UE: Proteggere i minori da contenuti pornografici online tramite regolamentazioni, come l’obbligo di verifica dell’età e il controllo parentale predefinito su nuovi dispositivi.
- Supporto a bambini, genitori e scuole: Sostenere i genitori nell’educazione digitale, vietare l’uso di dispositivi connessi a scuola e attivare filtri sui contenuti nelle scuole e in luoghi pubblici.
Fonte: FAFCE
- ILIAD diffidata dall’AGCOM per non aver pre-attivato il parental control
La società Iliad S.p.A. è stata diffidata dall’AGCOM per non aver rispettato gli obblighi previsti dalla normativa correlata alle Linee guida di cui all’Allegato A alla delibera n. 9/23/CONS in merito alla pre-attivazione dei sistemi di Parental control sulle SIM intestate o riservate a minori.
Fonte: AGCOM
- Oggi Safer Internet Day 2024: il Moige ha presentato “Educyber generations”
Ieri, presso la Sala Zuccari del Senato della Repubblica di Roma, si è tenuto l’evento di presentazione del progetto del Moige “Educyber generations“ in occasione del Safer Internet Day 2024. Il Direttore Antonio Affinita ha illustrato i risultati aggiornati al 2023 dell’indagine sulla cittadinanza digitale dei minori. Condotta in collaborazione con l’Istituto Piepoli è stata realizzata su un campione di 1788 studenti di scuole secondaria di primo e secondo grado su: uso della rete; smartphone; comportamenti e cyberbullismo; filtri anti-pornografia; Intelligenza artificiale.
Più di un quarto degli intervistati si sente nervoso quando non può andare su Internet. Quasi metà degli intervistati è rimproverato per trascorrere troppo tempo online. Tuttavia solo il 23% degli intervistati ha limiti di tempo imposti dai genitori, valore calato rispetto al 31% del 2022 e al 33% del 2020.
Il 72% è attivo sulle reti sociali, mentre il 26% ha un proprio canale di pubblicazione di contenuti testuali, fotografici e audiovisivi.
Il 35% accetta l’amicizia in rete di estranei, in aumento rispetto al 30% del 2022. Il 19% ha dato il proprio numero di telefono a quegli estranei e il 9% ha scambiato foto personali. Nel nord questi fenomeni sono più diffusi, mentre non c’è differenza tra maschi e femmine.
Solamente il 18% verifica sempre la fonte delle notizie trovate in rete, mentre il 42% le ritiene attendibili. Per il 22% Internet è l’unica fonte di informazione e questo vale per tutte le età dai minori di 15 anni ai neomaggiorenni.
Il 23% non si è mai posto il problema della correttezza del proprio comportamento online.
Il 57% non ha filtri anti-pornografia per la navigazione. Tra i minori di 15 anni è il 46% mentre tra i neomaggiorenni è l’80%, pur essendo consapevoli nei due terzi dei casi della loro utilità, con i tre quarti degli intervistati convinti che i filtri non limitano la libertà. Però solo il 5% degli intervistati ne parlato con i genitori delle impostazioni dei filtri.
La metà degli intervistati ha usato sistemi di intelligenza artificiale, convinti che possono aiutare a risolvere problemi e apprendere nuove cose, migliorando la qualità dell’istruzione. Nello studio l’ha usata il 38%. Il 23% ha trovato informazioni errate prodotte dall’intelligenza artificiale.
Fonte: Rapporto Moige
- Intelligenza artificiale: molti adolescenti la usano ma pochi sanno come funziona
In occasione del Safer Internet Day di domani, Skuola.net ha curato una ricerca condotta da Generazioni Connesse intervistando 2315 adolescenti. Solo un quarto di loro sa illustrare, almeno a grandi linee, il funzionamento del deep learning.
Bel l’82% afferma di perdere il controllo del tempo speso davanti allo schermo, proprio a causa dell’intelligenza artificiale che governa gli algoritmi di personalizzazione dell’offerta di contenuti. Due terzi degli adolescenti ritengono, ingenuamente, di essere in grado di controllare o aggirare questi algoritmi.
Confortante è il 75% di studenti che dichiarano di aver imparato dai loro docenti l’uso corretto della rete e i rischi connessi.
Fonte: Skuola.net
- Gli effetti deleteri dei social media sulle vite dei più giovani
Nell’audizione al Senato USA gli amministratori delegati dei Meta, X, Snap, TikTok e Discord sono stati accusati di non tutelare i minori online. “Stanno distruggendo vite umane e minacciando la democrazia. Queste aziende vanno domate e il peggio deve ancora venire”, ha detto il senatore L. Graham, alla presenza di famiglie di vittime con le foto dei loro bambini morti o danneggiati dai social networks.
Predatori sessuali, dipendenza, autolesionismo e disturbi alimentari, standard di bellezza irrealistici, bullismo, sono alcuni dei problemi presenti.
Zuckenberg, fondatore di Meta, ha chiesto scusa: “Mi dispiace per tutto quello che avete dovuto passare. Nessuno dovrebbe attraversare quello che voi avete attraversato. È per questo che abbiamo investito così tanto e continuiamo a portare avanti sforzi per assicurare che altri non debbano passare quello che avete passato voi”.
L’amministratore delegato di Tik Tok, Shou Zi Chew, ha vantato gli sforzi per proteggere i minori, con 40.000 addetti e 2 miliardi di investimenti previsti.
Linda Yaccarino ha sostenuto che X non è una piattaforma scelta dai giovani ma che creeranno ugualmente un dipartimento per la moderazione dei contenuti.
Fonte: Rai News
- Meta introdurrà restrizioni per i minori su Instagram e Facebook
Al fine di favorire un’adeguato utilizzo dei suoi social media da parte degli adolescenti, Meta introdurrà la possibilità di bloccare qualsiasi messaggio da persone adulte con le quali non si hanno connessioni previe. Per cambiare impostazioni su Instagram, il minore dovrà avere l’autorizzazione del genitore tramite un apposito strumento di supervisione.
Fonte: Meta
- “Parental Control. Proteggi il mondo dei tuoi figli”: avviata la campagna di comunicazione istituzionale
È partita la nuova campagna di comunicazione e informazione sul parental control, progettata dal Dipartimento per le politiche della famiglia e realizzata dallo stesso in collaborazione con il Dipartimento per l’informazione e l’editoria.
L’iniziativa vuole informare i genitori, gli adulti di riferimento e le famiglie sugli strumenti di controllo genitoriale a loro disposizione per proteggere i più piccoli e sulla possibilità di attivazione gratuita, su tutti i dispositivi tecnologici con accesso a Internet, rivolgendosi ai fornitori di servizi di comunicazione elettronica. Il parental control, oltre al filtro dei contenuti da parte dei genitori, permette agli stessi di impostare la durata del tempo di utilizzo dei diversi dispositivi elettronici, al fine di evitare una sovraesposizione dei ragazzi agli schermi.
La campagna di comunicazione istituzionale prevede un piano di diffusione sulle reti tv e radio Rai, a partire dal 28 dicembre 2023, e sui principali social media, in particolare su Instagram e Facebook, a partire dall’8 gennaio 2024.
- Nuovo regolamento per la segnalazione di filmati in rete dannosi per i minori
Con la delibera 298/23/CONS AGCOM, dopo aver consultato anche Google e Meta, ha approvato il Regolamento in materia di programmi, video generati dagli utenti in tutta l’Unione Europea, che entrerà in vigore l’8 gennaio 2024.
Ai sensi dell’art.41, 7 e 8 del TUSMA (Dlgs 208/2021), la libera circolazione di programmi, video generati dagli utenti e comunicazioni commerciali audiovisive veicolati da una piattaforma per la condivisione di video può essere limitata, con provvedimento dell’Autorità, tra l’altro, per la tutela dei minori da contenuti che possono nuocere al loro sviluppo fisico, psichico o morale.
Chiunque può segnalare, tramite la pagina del sito dell’AGCOM, la diffusione di filmati generati dagli utenti e pubblicità trasmessi da una piattaforma per la condivisione di video, qualora ritenga che il contenuto sia dannoso per i minori.
Il regolamento si applica anche ad altre fattispecie come l’odio razziale o religioso.
- Da oggi, filtro obbligatorio gratuito per la navigazione web su tutti gli abbonamenti per i minori
Come riportato nella notizia precedente, dal 21 novembre tutti i fornitori di connettività Internet sono obbligati a fornire un sistema di controllo della navigazione per impedire ai minori di accedere a contenuti inadatti alla loro età elencati nelle seguenti categorie: Contenuti per adulti, Gioco d’azzardo/scommesse, Armi, Violenza, Odio e discriminazione, Promozione di pratiche che possono danneggiare la salute alla luce di consolidate conoscenze mediche, Anonymizer, Sette.
Sarà interessante verificare come i diversi fornitori attueranno la delibera AGCOM 9/23/CONS e le conseguenti linee guida.
- Un atlante dell’infanzia e adolescenza digitale
Save the children ha pubblicato il XIV Atlante dell’Infanzia (a rischio) in Italia 2023 Tempi digitali con dati molto interessanti. Partendo dalla constatazione che ci sono 78 milioni di SIM intestate a persone fisiche (quindi ben più di una a testa) e che il 97,5% della popolazione tra 16 e 64 anni possiede uno smartphone, il tempo dedicato alla connessione in rete è, in media, di circa 6 ore al giorno. Tra i minori da 6 a 17 anni, il 66% usa il telefono e il 73% usa internet tutti i giorni, con una maggiore frequenza al sud. Sorprende che, nell’uso del cellulare, i bambini del meridione tra 6 e 10 anni sono il 43% mentre al nord sono il 22%.
Interessante la constatazione che adulti che non resistono alla tentazione di guardare il cellulare quando arriva una notifica, chiedono ai figli di non frequentare i social media. Regalano lo smartphone per controllarli, salvo lamentarsi del suo uso eccessivo. Mettono i figli davanti a un tablet per zittirli, al ristorante o in una sala d’attesa, salvo poi stupirsi che vogliano passare più tempo davanti a uno schermo. Sono preoccupati dei brutti incontri che possono fare online, ma il fenomeno dello “sharenting”, ovvero il condividere sui social contenuti che riguardano i propri figli, dilaga. Nei Paesi occidentali coinvolge l’81% dei bambini.
Il rapporto sottolinea anche che Pochi sanno che si perde la proprietà delle foto una volta caricate sui social e che è difficile ottenere la rimozione dei contenuti postati. Sebbene le legislazioni in materia di protezione dei dati personali sanciscano l’esistenza del diritto alla loro cancellazione, l’impresa si rivela di solito molto complicata. Molto spesso i dati non vengono cancellati ma solo resi invisibili ed è praticamente impossibile rintracciare le singole copie o i download avvenuti su terminali di altri utenti. Quando il bambino cresce, dunque, le informazioni sulla sua infanzia continueranno a circolare in rete suscitando spesso in lui vergogna o imbarazzo per i contenuti postati. “Se io metto la foto di mio figlio a 4 anni che si mette le dita nel naso o che corre nudo – commenta Michele Marangi quella foto non scomparirà e potrebbe accadere che da più grande lo prendano in giro. Qui emerge il tema dei diritti dei bambini: i genitori non chiedono il permesso ai propri figli di pubblicare le loro foto. In Francia stanno prendendo in considerazione l’idea di approvare una legge che regolamenti lo sharenting e anche negli Stati Uniti si dibatte da oltre dieci anni su questo tema. I bambini hanno il diritto alla privacy e i genitori ne devono essere consapevoli. Un figlio non è un’estensione del genitore, è un individuo. È un tema a cui stanno lavorando psicologi e giuristi. Ciò non significa che i genitori non possono più pubblicare una foto del figlio, ma che lo devono fare con consapevolezza”.
Fonte: Save the children
- Quasi il 10% degli utenti chiede alle intelligenze artificiali materiale pornografico
Basandosi su una statistica piuttosto ampia, alcuni ricercatori dell’Università di California Berkeley, con colleghi di altri atenei, hanno dimostrato che quasi il 10% delle richieste fatte a sistemi di intelligenza artificiale sono su materiale pornografico, nonostante le precauzioni e i vincoli posti da sistemi come ChatGPT. Sono riusciti a violare le protezioni di quest’ultimo in un terzo dei tentativi. Il loro obiettivo è creare un sistema di moderazione dei contenuti più efficace.
Fonte: ZDNET
- Commenti e proposte sul rapporto tra pornografia e violenza
Lilli Gruber sulla rubrica “7 e mezzo” del Corriere della sera 7 del 15/9/23 scrive: “Un sondaggio di Sky rivela che il 74% degli italiani ritiene che il porno giochi un ruolo nefasto nel casi di violenza sessuale contro le donne. Ma l’86% evidenzia anche la mancanza di educazione familiare, il 76% attacca la scuola e il 73% la cultura patriarcale. Quindi per la maggioranza le responsabilità sono condivise negli “eccessi” degli adolescenti, quasi tutti minorenni, che hanno commesso stupri di gruppo a Palermo e Caivano. Ma lo studio rivela anche l’immensa ipocrisia che accompagna ogni discussione sulla pornografia. L’Italia è un grande consumatore di porno online […] Come accusare “la famiglia”, se milioni di italiani adulti “arricchiscono” in totale libertà la loro vita sentimentale e sessuale con visite a siti dove ogni fantasia è permessa e illustrata con dovizia di dettagli? Come mettere in guardia i ragazzi dal consumo di materiale hot quando ne fanno uso gli stessi genitori? […] dobbiamo mobilitarci. Pretendere dai politici una rivoluzione culturale per far uscire l’Italia dall’apatia di fronte a un fenomeno che minaccia il nostro tessuto sociale, già fortemente sfibrato. Impedire ai minori l’accesso ai siti pornografici non risolve il problema, anche perché difficilissimo da realizzare. In Italia non esistono studi attendibili sul numero di adolescenti fruitori di porno online. Quello più valido è americano del 2022 e rivela che il 73% dei minori consuma materiale pornografico tra 10 e 17 anni, con un’età media di 12 anni per la prima esperienza. Ovviamente, ognuno è libero di scegliersi le sue luci rosse, ma deve sostenere i costi economici e socio-culturali. In nome dell’equità e della trasparenza del libero mercato, l’UE deve imporre ai fornitori di pornografia l’obbligo di far pagare i clienti, pena l’esclusione dal mercato europeo. In parole povere, per vedere devi pagare. E una gran parte del problema del minori sarà risolto, così come quello del consumo bulimico dl porno da parte degli adulti”.
Don Fortunato Di Noto risponde a un’intervista su Avvenire del 14/9/23: “I contenuti più estremi sono ormai fruibili con facilità fin da bambini, la conseguenza è l’erotizzazione precoce che li devìa dalla normale evoluzione, per cui diventano incapaci di costruire un’intimità sana e la loro sessualità sfocia nella violenza. Come ogni forma di dipendenza, anche l’erotizzazione precoce dà assuefazione: il fatto è che tutto quello che vedi nel porno, nella vita normale non accade – quando mai un neonato sarebbe visto come oggetto erotico? –, ma chi entra nel tunnel inizia a non distinguere più la realtà e vede nell’altro un oggetto di godimento. Per l’amore non c’è spazio, l’amore è rispetto, è tenerezza, ma loro non lo hanno imparato e quando incontreranno la ragazza da amare non lo sapranno fare […]. C’è un’ipocrisia, anche a livello istituzionale, un moralismo di facciata, che poi nei fatti non ha mai portato a niente. Premessa scomoda ma vera: la pornografia è lecita e arriva dappertutto, perché attorno all’industria del porno gira un business da 100 miliardi di dollari, migliaia di donne e di uomini guadagnano esponendo quella che si chiama in gergo “l’ipersessualità della carne”. Domanda: qualche governo avrà il coraggio di vietare l’immissione indiscriminata del porno cui tutti possono accedere senza limite alcuno? Se non riusciamo nemmeno a regolare l’accesso ai social dei bambini, come potremo blindare un’industria potentissima, pari al mercato delle armi e della droga? […] Non può esistere una privacy che non tuteli i minori, è una questione di priorità; se devo salvare i bambini non c’è privacy che tenga. C’è il problema di come costringere i provider a controllare l’età di chi si iscrive ai social o naviga? Guardi, a me basterebbe invece che si decidessero a cedere alla Polizia i dati di chi ha immesso il materiale pedopornografico sul web, non ci interessa che lo abbiano rimosso, anzi, così hanno cancellato delle prove e coperto i criminali. Per i server provider ogni clic, ogni condivisione, ogni visualizzazione sono soldi che girano. Occorre un’alleanza seria tra gli Stato e le multinazionali del settore. E soprattutto occorre quella “scuola” educante di cui parlavo all’inizio: è giusto investire nella repressione, ma se non si investe nell’educazione non funziona, posso garantire che i ragazzi, se li accompagni, capiscono e si creano gli anticorpi. Altrimenti che fai, proibisci lo smartphone a tutti i bambini? Impossibile. Ma in una società educante, e con un’alleanza seria tra Stato e provider, si può far sì che i nostri minori non cadano nelle trappole digitali”.
Fonti: Corriere della sera e Avvenire
- Decreto-legge sul problema dell’accesso alla pornografia da parte dei minori
In relazione al decreto-legge approvato dal Governo nel Consiglio dei Ministri di ieri sulle “Misure urgenti di contrasto al disagio giovanile, alla povertà educativa e alla criminalità minorile” riportiamo uno stralcio della conferenza stampa della Presidente, Giorgia Meloni:
Poi c’è la questione che citava il Ministro Roccella e che riguarda il tema della pornografia. Quando il Ministro Roccella ha citato l’età in cui si stima oggi il primo accesso ai siti pornografici, tra i 6 e i 7 anni, ho visto qui la faccia di qualche mamma terrorizzata: è più o meno la faccia che ho fatto io quando ho scoperto questo dato. E il Ministro Roccella citava oggi in Consiglio dei Ministri anche dei casi nei quali, nei processi per stupro a danni di minori, i giudici si ponessero anche il tema del rapporto con la pornografia, cioè del rapporto con una lettura del sesso raccontata dalle piattaforme della pornografia che costruisce un immaginario nel quale, per esempio, la donna è sempre consenziente, nella quale alcune pratiche che sono estreme vengono vendute come pratiche diffuse. E quindi alcuni giudici, per esempio, si sono posti il problema di dire se: i ragazzi che hanno questo rapporto con la pornografia, sono carnefici o non sono carnefici nel momento in cui replicano lo stesso modello? Quindi è una materia che sta impattando pesantemente, molto più di quanto noi, che siamo la prima generazione di genitori che hanno figli completamente digitali, stiamo forse comprendendo, però una materia che anche quella va affrontata, ha impatto. Ora noi abbiamo inserito queste norme sul Parental Control che sono ovviamente la cosa minima che si può e si deve fare. Lì c’è tutta l’altra materia che riguarda il tema del blocco dell’accesso dei minori e la certificazione dell’età dei minori, che è un tema sul quale noi ci siamo interrogati: è materia molto complessa sulla quale si interrogano i governi di mezzo mondo, perché è una materia che entra molto anche nella privacy, anche degli adulti. Questa è una materia sulla quale, visto che ci sono anche forze politiche che hanno presentato delle proposte, io non considero giusto intervenire per decreto, però è una materia che spero le forze politiche, il Governo, ma anche il Parlamento possano rafforzare poi in sede di conversione del decreto-legge o con altri provvedimenti, perché questa è una materia molto difficile ma molto, molto importante.
Il testo del nuovo decreto-legge ha un paragrafo intitolato:
Disposizioni in materia di tutela dei minori che utilizzano dispositivi informatici
Si prevede l’obbligo, per i fornitori dei servizi di comunicazione elettronica, di assicurare la disponibilità delle applicazioni di controllo parentale nell’ambito dei contratti di fornitura di tali servizi. A regime, si prevede inoltre l’obbligo per i produttori di dispositivi di telefonia mobile (e simili) di assicurare l’installazione di default di tali applicazioni nei nuovi dispositivi immessi sul mercato.
Si prevedono oneri informativi in capo ai produttori di dispositivi, i quali sono tenuti ad informare l’utenza circa la possibilità e l’importanza di installare tali applicazioni, che dovranno essere gratuite.
Si introducono, inoltre, norme per favorire l’alfabetizzazione digitale e mediatica a tutela dei minori, anche con campagne informative.Sorprende che non si faccia nessun riferimento a quanto similmente già stabilito dall’articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28 e dalle successive iniziative dell’AGCOM per renderlo operativo, di cui abbiamo parlato in diversi articoli: a novembre scatta l’obbligo per i fornitori di servizi Internet di applicare gratuitamente filtri o parental control su tutti i contratti dedicati ai minori.
- Le possibili conseguenze dell’Online Safety Bill in UK
In autunno dovrebbe essere approvato l’Online Safety Bill nel Regno Unito per proteggere i minori dai rischi della rete. Una delle questioni più dibattute è la richiesta dell’ente NSPCC, preposto alla difesa dei bambini, di permettere alla magistratura di accedere alla decodifica dei messaggi delle chat (WhatsApp o altri) per stanare i pedofili e i distributori di materiale pedopornografico.
Ovviamente questa proposta è mal vista dai fornitori di questi sistemi di comunicazione che vedono un pericolo di censura e controllo eccessivo soprattutto verso giornalisti e attivisti o chiunque protesti contro il sistema vigente. Inoltre, nell’attuale implementazione, le aziende fornitrici non sono in grado di decifrare i messaggi perché la codifica è da punto a punto, cioè non c’è una chiave unica condivisa oppure un elenco di chiavi utilizzabili da terzi: solamente mittente e destinatario possono decrittografare (automaticamente) i loro dialoghi scritti. Cambiare sistema renderebbe meno sicura ogni conversazione.
Già nel 2013 l’allora Primo Ministro, D. Cameron, aveva posto le basi per una regolamentazione del settore ma le aziende risposero con misure ritenute troppo deboli.
Ora le grandi imprese coinvolte minacciano di lasciare il mercato inglese perché si sentono minacciate dalle proposte normative. Non essendoci alternative locali a quei servizi, la situazione è in stallo.
Fonte: BBC
- Ulteriori misure di restrizione per l’uso di Internet da parte di minori in Cina
In aggiunta a quanto già disposto nel 2021, dal 2 settembre ai minorenni in Cina sarà impedito l’accesso a Internet e ristretto l’uso dello smartphone dalle 22 alle 6. Il tempo massimo quotidiano di uso del telefono sarà di 40′ sotto gli otto anni e 120′ per i sedicenni. I genitori potranno disabilitare le restrizioni che hanno lo scopo di evitare dipendenza da Internet e disinformazione. La Cyberspace Administration of China ha infatti lanciato campagne di rettifica dell’ambiente Internet per i minori.
Fonte: ANSA
- L’intelligenza artificiale è utilizzata anche dai pedofili
Don Fortunato Di Noto, fondatore e presidente dell’Associazione Meter, ha dichiarato: È già confermato il fatto che l’AI (Artificial Intelligence) permetta di realizzare “false rappresentazioni” di abusi sui bambini e così immetterli nel mercato pedocriminale. Ciò non toglie che l’AI apporterà vantaggi per l’umanità, ma da più parti emerge l’allarme per l’utilizzo improprio con conseguenze negative che potrebbero provocare sempre più problemi a danno della stessa specie umana e non solo. I problemi ancora non risolti, sono molti: identificazione delle vittime; i trasgressori trasferiscono le loro fantasie da artificiali a reali; l’ingente materiale “reale” ha normalizzato tali comportamenti, anche se perseguiti; la commercializzazione del prodotto, già lucrativo, permette alla pedocriminalità di lucrare sulla “perversione pedofila” oltre qualsiasi immaginazione.
Questa ulteriore minaccia deve essere affrontata a più livelli dato che manca una regolamentazione interna alla AI; le immagini realizzate con tecniche di elaborazione grafica, anche se non associate a situazioni reali, hanno una qualità di rappresentazione che fanno apparire come vere situazioni non reali di abuso sui minori, tutto ciò deve essere “universalmente” ritenuto un reato a danno dei minori.
Fonte: Associazione Meter
- I videogiochi incoraggiano i ragazzi a spendere soldi
Il modello di business dei videogiochi è cambiato nel tempo. Ora non si fanno pagare per l’acquisto e a volte neppure per un abbonamento, ma incoraggiano con metodi diversi i piccoli acquisti da parte dei giovani giocatori. Comprare oggetti virtuali come armi, vestiti, personaggi utili per il gioco, arricchisce l’esperienza ludica. Trattandosi di piccole cifre, sembra tutto molto innocente mentre, alla lunga, i ragazzi spendono somme considerevoli. I modi di stimolare l’acquisto continuo sono molteplici: a volte facendo comprare “scatole chiuse” che poi non hanno quasi nulla, oppure evitando di mostrare il totale delle cifre spese.
Per questo motivo è importante avere un sistema di gestione del credito a disposizione dei propri figli, controllando periodicamente o meglio ogni volta, le transazioni.
Fonte: BBC
- Il MOIGE pubblica un gioco per imparare a contrastare il bullismo
Nell’ambito del progetto “Giovani ambasciatori per la cittadinanza digitale” il MOIGE ha realizzato un videogioco per imparare a riconoscere quali sono le dinamiche del bullismo attraverso contesti tratti dalla vita quotidiana dei ragazzi.
- Connessioni Delicate: un’opportunità per l’autovalutazione dei genitori
Connessioni Delicate è un progetto dedicato alla prevenzione e alla cura dei principali rischi per la salute psicofisica che uno scorretto uso degli strumenti di interazione digitale (telefono, computer, tablet, ecc.) può causare ai minori. Sviluppato da Fondazione Carolina e Meta in collaborazione con le principali associazioni di Medici Pediatri italiani, SIP, ACP e FIMP, propone un breve quiz anonimo per scoprire la propria conoscenza delle abitudini dei minori in rete, degli strumenti per tutelarli dai rischi e dei comportamenti anomali.
Mette anche a disposizione materiale informativo gratuito sul tema, utile anche ad un confronto con il pediatra.
- Pubblicate le Linee Guida relative ai sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio
Sono finalmente disponibili gli allegati A (Linee Guida) e B (Sintesi dei contributi) della delibera AGCOM 9/23/CONS di cui abbiamo scritto un mese fa. Gli operatori hanno nove mesi di tempo, a partire dal 21 febbraio, per implementarle.
Ecco i dieci punti delle Linee Guida:
- I fornitori di servizi di accesso ad Internet (ISP), qualsiasi sia la tecnologia utilizzata per l’erogazione del servizio, mettono a disposizione dei consumatori sistemi di parental control ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto.
- I SCP (servizi di controllo parentale) sono inclusi e attivati nelle offerte dedicate ai minori. Sulle altre offerte i SCP devono essere resi disponibili come attivabili da parte del titolare del contratto. I soggetti che possono eseguire le operazioni di disattivazione, riattivazione e configurazione sono i maggiorenni, titolari del contratto, e coloro che esercitano la potestà genitoriale sul minore.
- Gli ISP offrono gratuitamente i SCP ai consumatori e non impongono costi correlati all’attivazione, alla disattivazione, alla configurazione o al funzionamento degli stessi. La fornitura dei SCP non può essere vincolata alla sottoscrizione di qualsiasi servizio accessorio a pagamento.
- Gli ISP pubblicano sui propri siti web guide chiare ed esaustive per l’utilizzo dei SCP ed offrono assistenza gratuita per l’attivazione, la disattivazione e la configurazione dei SCP attraverso call center con operatore umano ove selezionato dal consumatore secondo la vigente regolamentazione.
- I SCP prevedono, come funzionalità minima, almeno il blocco dei domini e siti ospitanti contenuti oggetto di filtro.
- Gli operatori possono completare le funzionalità dei SCP mediante l’implementazione della configurabilità degli stessi per fasce orarie e di memorizzazione dei siti visitati.
- I SCP realizzano le funzionalità necessarie per le finalità dei servizi in argomento, in conformità con il Regolamento UE n. 2015/2120 in materia di Open Internet.
- Le operazioni di attivazione, disattivazione e configurazione dei SCP devono essere realizzabili in modo semplice e intuitivo.
- I contenuti oggetto di filtro dei SCP sono configurabili dal titolare del contratto, con la possibilità di personalizzare almeno le categorie di contenuti oggetto di filtro. Gli operatori possono completare le funzionalità dei SCP mediante l’implementazione della configurabilità delle categorie di contenuti oggetto di filtro.
- Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche assicurano adeguate forme di pubblicità dei SCP preattivati, in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate. In particolare, i SCP dovranno essere pubblicizzati sui siti web degli ISP, nelle carte dei servizi e con campagne di comunicazione mirate.
- Prevista in Francia una legge per la protezione dei minori dalla pornografia
Tre anni fa il Presidente francese Macron disse: «Nel nostro Paese si accede alla pornografia verso i 13 anni. L’immaginario e la sessualità dei giovani si costruiscono attorno alla brutalità che accompagna le immagini. È nostro dovere proteggerli da questi contenuti». Un discorso analogo era stato fatto dieci anni fa dal Primo ministro britannico Cameron. La soluzione al problema è complessa, come sottolineato da Michele Crudele nell’audizione al Consiglio Nazionale degli Utenti lo scorso anno ma è necessario prendere qualche provvedimento che attenui i rischi.
Il governo francese sta proponendo di obbligare a certificare l’età di chi consulta i siti pornografici, a partire da settembre. L’applicazione servirà da intermediario tra l’utente e il sito, trasmettendo dati in un senso e nell’altro, senza che le informazioni personali vengano scambiate. Il servizio che fornisce la prova dell’età non saprà per quale sito verrà utilizzata, e il sito riceverà la certificazione sull’età senza conoscere l’identità dell’utente.
Ovviamente il sistema potrebbe essere esteso anche ad altri ambiti. Le considerazioni sulla possibilità tecnica di aggirare il blocco o falsificare l’età non sono un freno alla sua implementazione. Qualsiasi serratura può essere violata in un tempo più o meno lungo, ma questo non ci impedisce di usarle abitualmente per proteggere i nostri beni. Mettere un argine alla attuale estrema facilità di accesso a contenuti fortemente lesivi dell’infanzia e dell’adolescenza è un dovere di tutti. In Italia siamo vicini all’applicazione delle linee guida per i sistemi di protezione dei minori: chi ha invocato la libertà contro la censura, come scritto da alcuni “esperti” di tecnologia, non ha capito che il filtro previsto dalla legge italiana è preimpostato solo per i contratti ai minori (ed è rimovibile dai genitori) mentre è opzionale per gli adulti. Quindi, massima libertà di togliersi le protezioni, a proprio rischio e pericolo: altro che censura!
Fonte: Michele Crudele a commento del Corriere della sera
- Safer Internet Day 2023
Anche quest’anno si celebra oggi in molte parti del mondo la giornata per la sicurezza in rete, istituita dalla Commissione Europea per far riflettere i giovani sulle opportunità dell’uso di Internet condizionate dalle situazioni di rischio che però possono essere quasi sempre evitate.
Il Ministro dell’Istruzione e del Merito, insieme al Direttore della Polizia Postale, al Garante per l’infanzia e altri relatori, parlano in diretta dalle 9:30 alle 13:00 sul canale YouTube del Ministero.
Alla base delle riflessioni della giornata, i dati della ricerca realizzata da “Generazioni Connesse” sulla quantità e sulla qualità delle ore passate in Rete dalle ragazze e dai ragazzi in Italia, che ha coinvolto quasi 3.500 studentesse e studenti delle Scuole secondarie di I e II grado.
Lo svago è ciò che porta i più giovani sui social network. Ma in tantissimi hanno ricreato sulle piattaforme una sorta di microcosmo digitale. Tra chi usa Internet per informarsi, 4 su 10 lo fanno attraverso il feed social, mentre solo 1 su 4 si orienta principalmente verso i siti di news.
È già molto diffuso l’uso dell’Intelligenza Artificiale: ben 2 su 3 la usano per generare contenuti, dando fiducia all’algoritmo senza sapere come funziona.
Rispetto agli anni passati nella pandemia, c’è una diminuzione di coloro che affermano di essere connessi oltre 5 ore al giorno: oggi sono il 47%, contro il 54% del 2022 e il 77% del 2021.
I tre argomenti principali che gli studenti vorrebbero maggiormente approfondire a scuola tramite l’Educazione digitale sono: come evitare di stare troppo tempo online, la difesa della propria privacy e la capacità di riconoscere le fake news anche perché il 40% di loro usa le reti sociali come fonte primaria mentre solo il 25% usa i siti specializzati di notizie.
L’80% degli intervistati accetta di buon grado che siti web e piattaforme possano influenzare il loro modo di conoscere il mondo: il 38% fortemente d’accordo, il 45% è tendenzialmente d’accordo, mentre solo il 18% si mostra scettico.
- Il lockdown può aver causato la decuplicazione della diffusione di immagini di abusi sui minori
Il dato di fatto che le immagini di bambini in pose o atteggiamenti sessuali sia aumentato di dieci volte da prima del lockdown causato dalla pandemia di COVID-19 è stato correlato dall’Internet Watch Foundation proprio alla permanenza continua dei minori in rete in quel periodo di confinamento casalingo. Infatti molte immagini e filmati mostrano la stanza del bambino: gli adescatori riescono a convincerli a spogliarsi e ne registrano gli atti, vendendoli poi nelle comunità di pedofili.
Fonte: BBC
- Approvate le Linee Guida per i sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio
Dopo una lunga e complessa consultazione pubblica, alla quale ha partecipato anche ilFiltro.it, l’Autorità per le garanzie nelle comunicazioni ha approvato ieri la delibera “Adozione delle linee guida finalizzate all’attuazione dell’articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28 in materia di sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio”. Il decreto-legge prevedeva per tutte le connessioni la preinstallazione di “sistemi di controllo parentale ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto”.
Sono stati necessari quasi tre anni per arrivare alla definizione tecnica che permetterà a tutti i fornitori di accesso a Internet (ISP, Internet Service Provider) di ottemperare all’obbligo di legge. Si tratta di una pietra miliare nella tutela dei minori perché si passa da un approccio basato sull’iniziativa dei genitori o degli educatori, costretti ad acquistare sistemi di controllo parentale (SCP), a uno di maggior tutela basato sulla prevenzione a monte.
La scelta finale è stata di non obbligare gli ISP ad attivare i sistemi di controllo su tutti i contratti, ma solo su quelli destinati ai minori. Sugli altri, il servizio di controllo sarà attivabile, sempre gratuitamente, dal titolare del contratto.
È inclusa una preliminare elencazione delle principali categorie, tra cui Contenuti per adulti, Gioco d’azzardo/scommesse, Armi, Violenza, Odio e discriminazione, Promozione di pratiche che possono danneggiare la salute alla luce di consolidate conoscenze mediche, Anonymizer, Sette.
Gli ISP sono tenuti a pubblicare sui propri siti web guide chiare ed esaustive per l’utilizzo dei SCP e ad offrire assistenza gratuita per l’attivazione, la disattivazione e la configurazione dei SCP attraverso call center con operatore umano ove selezionato dal consumatore secondo la vigente regolamentazione. Le operazioni devono essere realizzabili in modo semplice e intuitivo mediante interfaccia web o App e il cliente deve poter selezionare le categorie da bloccare. Gli operatori di telefonia, di reti televisive e di comunicazioni elettroniche dovranno assicurare adeguate forme di pubblicità dei SCP preattivati, in modo da assicurare che i consumatori possano compiere scelte informate e abbiano facilità nel configurarli.
Fonte: Comunicato stampa AGCOM
- Primo Report sulle attività di tutela dei minori nelle Diocesi italiane
Nel biennio 2020-21 i servizi diocesani e inter-diocesani del Centro di ascolto e del Servizio Regionale per la tutela dei minori, della Chiesa Cattolica in Italia, sono stati presenti in tutte le 226 Diocesi. Sono state realizzate 272 (2020) e 428 (2021) attività formative coinvolgendo 20.000 partecipanti.
Sono state scarse le iniziative di collaborazione con altre istituzioni ecclesiali e civili. Non è stata fatta sufficiente comunicazione sui media locali.
Al Centro di ascolto sono stati segnalati casi riguardanti 89 persone, di cui 61 nella fascia 10-18 anni, 12 sotto i 10 anni e gli altri su adulti vulnerabili, con tipologie: “comportamenti e linguaggi inappropriati” (24), “toccamenti” (21), “molestie sessuali” (13), “rapporti sessuali” (9) e in misura minore “esibizione di pornografia”, “adescamento online”, “atti di esibizionismo”. Le segnalazioni fanno riferimento in quasi egual misura a casi recenti e del passato. Il profilo dei 68 presunti autori di reato evidenzia soggetti di età compresa tra i 40 e i 60 anni all’epoca dei fatti, in oltre la metà dei casi. Il ruolo ecclesiale ricoperto al momento dei fatti è quello di chierici (30), a seguire di laici (23), infine di religiosi (15). Tra i laici emergono i ruoli di insegnante di religione, sagrestano, animatore, catechista, responsabile di associazione. Il contesto è nel 94% un luogo fisico tra parrocchia, movimento, associazione o seminario.
Ai presunti autori degli abusi sono stati proposti percorsi di riparazione, responsabilizzazione e conversione, compresi l’inserimento in “comunità di accoglienza specializzata” (un terzo dei casi) e percorsi di “accompagnamento psicoterapeutico” (un quarto dei casi).
- Gli assistenti vocali possono danneggiare lo sviluppo dei bambini
Una ricerca pubblicata sulla rivista Archives of Disease in Childhood mette in guardia dall’uso eccessivo di Siri, Alexa e Google Home. Questi sistemi possono dialogare con i bambini, per esempio raccontando favole: possono quindi attribuire loro caratteristiche e comportamenti tipicamente umani. Innanzitutto, vengono indebolite compassione e capacità di pensiero critico e i bambini si disabituano a interpretare i diversi toni di voce o il linguaggio del corpo. Un’altra abitudine potenzialmente dannosa consiste nell’impartire ordini senza arricchirli di un «per favore» o un «grazie».
Il fatto che rispondano solo a tipologie limitate di domande potrebbe restringere il vocabolario e le nozioni che i bambini sono in grado di imparare. Senza contare che gli assistenti potrebbero decifrare in maniera sbagliata quello che i piccoli, che magari stanno cominciando da poco a parlare, pronunciano male. Il rischio è anche esporli a contenuti inappropriati per sbaglio.
È quindi necessaria una vigilanza continua dei genitori sull’interazione dei propri figli con gli assistenti vocali.
Fonte: OPEN
- Pedopornografia e pedofilia in aumento nel 2021: il dossier della Polizia postale
In occasione del 5 maggio, Giornata nazionale contro la pedofilia e la pedopornografia, Polizia Postale e Save the Children hanno realizzato un dossier sull’adescamento online – cresciuto negli anni della pandemia – e una guida per genitori.
Nel corso del 2021 sono stati 5.316 i casi di pedopornografia trattati dalla Polizia Postale, con un incremento del 47% rispetto all’anno precedente (3.243). Cresce il numero dei minori approcciati sul web dagli adulti abusanti, pari a 531, in maggioranza con un’età inferiore ai 13 anni e crescono pure i casi di adescamento online dei bambini nella fascia 0 – 9 anni (32 casi). I pedofili sono stati 208, pari al 15% del numero complessivo degli indagati per lo scambio di materiale pedopornografico (1.421 adulti). Il genere sembra non incidere sui livelli di rischio: maschi e femmine sono pressoché in egual misura al centro di casi di adescamento online intercettati dalla Polizia Postale. In generale i bambini e i ragazzi che usano la rete, sembrano essere più esposti al rischio di adescamento quando usano i social network e la messaggistica e, nel caso dei più piccoli, quando utilizzano giochi di ruolo e videogiochi online.
La guida “Adescamento Online. Conoscere e prevenire” è stata redatta dall’Unità Analisi Crimini Informatici della Polizia Postale (U.A.C.I,) e Save the Children. Suddivisa in tre sezioni è rivolta a educatori e genitori di diverse fasce, ognuna con la descrizione di alcune esperienze specifiche di ogni età, con le sfide educative per gli adulti di riferimento e con consigli generali e specifici rispetto alle problematiche principali.
Fonte: Ministero dell’Interno
Sull’argomento è utile anche leggere il Report annuale 2021 “Pedofilia e pedopornografia” dell’Associazione METER
- Audizione de ilFiltro.it al Consiglio Nazionale degli Utenti
Michele Crudele, direttore del portale ilFiltro.it dell’Associazione Centro ELIS, è stato convocato oggi in audizione al Consiglio Nazionale degli Utenti dell’AGCOM in relazione al contributo inviato per la Consultazione pubblica per l’attivazione automatica dei filtri nei collegamenti in rete destinati ai minori.
Nella sua relazione a commento del contributo scritto, ha sottolineato questi punti:
- “Il meglio è nemico del bene”: non pretendiamo di ottenere subito tutto, perché rischiamo di non riuscire a valicare le ragionevoli resistenze degli ISP che non sono enti di beneficenza, ma aziende orientate al profitto.
- L’esperienza di venti anni fa del Codice di autoregolamentazione “Internet e minori”, alla cui redazione abbiamo partecipato, non è stata positiva perché gli ISP non presero iniziative al riguardo non avendo obblighi giuridici.
- Avere una norma è quindi importante, ma se la richiesta nei confronti degli ISP è troppo onerosa, non funzionerà. D’altronde sono già passati molti mesi dalla legge del 2020 e non abbiamo ancora nulla.
- Cominciamo subito con il filtraggio DNS, utilizzando servizi internazionali affermati, come spiegato nel contributo inviato, senza pretendere che l’Autorità definisca criteri di classificazione di contenuti. L’Autorità può identificare alcuni di questi servizi, tra i quali gli ISP possono scegliere: devono però poterne proporre di alternativi, da valutare.
- Il fatto che sia possibile aggirare questo sistema di filtraggio non è un problema: tutte le protezioni fisiche si possono aggirare e quindi anche quelle digitali, più o meno facilmente. I genitori hanno un ruolo formativo verso i figli per far loro capire l’importanza di evitare i rischi con i mezzi opportuni.
- Cominciamo con imporre subito che nei nuovi contratti per le connessioni cablate sia necessario scegliere se attivare o no il filtro DNS facendo anche decidere le categorie da bloccare. Dopo tre mesi, l’Autorità e gli ISP potranno fare un’analisi dell’andamento, per capire quanti utenti l’hanno attivata. In questo modo gli ISP potranno dimensionare i loro servizi di filtraggio in modo graduale, preparandosi al passaggio successivo dedicato a tutti i contratti esistenti. Sarà utile anche fare inchieste sull’accettazione e l’utilizzo del sistema da parte dei nuovi utenti.
- Deve essere sempre possibile attivare un sistema di “biblioteca di casa” (walled garden), cioè navigazione ristretta a un elenco di siti definiti dal genitore.
- Gli ISP devono poter aggiungere ulteriori servizi a pagamento a quelli essenziali di filtraggio DNS.
- Per i contratti dei telefoni mobili ci sono già offerte specifiche per i minori con sistemi di protezione: si può imporre che tutti gli ISP abbiano un’offerta al riguardo, con un costo paragonabile a quella standard per maggiorenni.
- Ribadiamo che non c’è assolutamente nessun problema di “censura” o limitazione di libertà o violazione delle norme europee su Open Internet: il filtro è totalmente disattivabile in qualsiasi momento da un maggiorenne.
- Deep fake: come riconoscere il fenomeno e cosa fare
Treccani definisce il deep fake come un “filmato che presenta immagini corporee e facciali catturate in Internet, rielaborate e adattate a un contesto diverso da quello originario tramite un sofisticato algoritmo”. Generazioni Connesse, il sito ministeriale di prevenzione e difesa dei minori in rete, ha pubblicato una semplice guida al fenomeno per mettere in guardia e dare elementi di valutazione di fronte a casi di filmati apparentemente autentici ma con contenuti insoliti.
Fonte: generazioniconnesse.it
- Opinioni su social, gaming e metaverso tra le famiglie italiane
BVA Doxa Kids, su richiesta di Telefono Azzurro, ha somministrato tra il 25/1 e il 1/2 2022 a un campione di 855 genitori e 815 giovani tra i 12 e i 18 anni un questionario sul proprio comportamento in rete.
Risulta una consapevolezza da parte dei ragazzi maggiore di quella dei loro genitori riguardo alle criticità e ai rischi possibili e il desiderio di poter contribuire a ridurli.
La metà dei giovanissimi (53%) gioca online da 1 a 3 ore al giorno. Il 35% dei giovani intervistati ha effettuato acquisti mentre giocava, comprando prevalentemente skin, funzioni, strumenti di personalizzazione da collezionare e scambiare con gli amici, oppure vite e livelli per poter continuare a giocare.
Il gaming online può essere anche causa di frustrazione: il 13% è stato escluso dal gioco perché non ne ha raggiunto gli obiettivi, mentre al 10% è successo di essere stato preso in giro e al 7% di prendere in giro qualcun altro. Ben il 38% dei giovani ha dichiarato di conoscere qualcuno che gioca online pur avendo un’età inferiore a quella raccomandata.
Al primo posto tra le paure dei genitori vi è il rischio che i propri figli possano essere adescati online da parte di adulti con scopi sessuali (63%), seguita dal rischio che i figli ricevano insulti o siano vittime di bullismo (38%), partecipino a challenge pericolose (29%), ricevano la richiesta di invio di foto provocanti da parte dei coetanei (25%), accedano a contenuti pornografici (24%), siano esposti a contenuti che esaltano l’anoressia, l’autolesionismo o il suicidio (22%), condividano informazioni personali (21%), vedano immagini violente o drammatiche (14%), postino qualcosa di impulso per poi pentirsene (13%), accedano a materiali che inneggiano al razzismo o al sessismo (12%), condividano una loro foto senza permesso (12%).
Ben il 43% dei giovani intervistati ha fatto/fa acquisti online in autonomia, il 25% usando la carta di credito dei genitori con la loro autorizzazione (cosa riconosciuta dal 28% dei genitori): solo il 4% ha dichiarato di averla usata senza che i genitori lo sapessero.
Alla domanda “sai cos’è il metaverso?”, il 57% del campione giovani ha risposto di no, il 33% di averne una conoscenza generica e solo il 10% ha dichiarato di sapere di cosa si tratta. Il 55% ha dichiarato di essere interessato a saperne di più. Solo il 17% dei genitori ha dichiarato di sapere cos’è il metaverso, il 37% di averne solo una conoscenza generica e ben il 46% di non sapere di cosa si tratti. Il 59% del totale dei genitori intervistati è interessato a saperne di più. Più della metà dei giovani (52%) ritiene che il metaverso non avrà un impatto significativo sulla vita delle persone; il 25% ritiene che peggiorerà la vita, il 19% che la migliorerà. Solo per il 15% dei genitori il metaverso migliorerà la vita delle persone, per il 42% non avrà alcun impatto, mentre per il 43% la peggiorerà.
I giovani hanno evidenziato i rischi del metaverso in questo modo: trascurare il mondo reale (40%), scappare dalla realtà (36%), trascorrere più tempo che nella realtà (33%), vivere una vita che non corrisponde a quella reale, più desiderabile, più ricca… (33%), perdere di vista determinati obiettivi di vita (scuola, sport, relazioni sociali (28%), venire in contatto con sconosciuti (25%), condividere molte informazioni personali (solo il 20% del campione però lo percepisce come rischio), non garantire pari opportunità a persone con disponibilità economiche diverse (10%). Le risposte dei genitori evidenziano lo stesso ranking di problematiche, con percentuali analoghe a quelle dei figli. C’è poi un 9% di giovani e il 3% di genitori che non ritiene vi sia alcun rischio nel metaverso.
Quasi la metà dei giovani (47%) dichiara di essere connesso 2-3 ore al giorno e c’è un 12% di giovani che dichiara di essere connesso da 4 a 6 ore al giorno, un 4% che afferma di essere sempre connesso e un 3% che lo è per più di 6 ore. Dichiara di essere online per non più di un’ora al giorno solo il 24% del campione. La percezione dei genitori corrisponde alle dichiarazioni dei figli.
Il 54% dei ragazzi percepisce solo talvolta di stare troppo tempo davanti a uno schermo, mentre solo il 13% è consapevole (spesso o sempre) di trascorrere troppe ore online. Una larga percentuale (79% dei giovani e 91% dei genitori) ritiene che le funzioni per limitare il tempo trascorso online siano utili.
I giovani online chattano (58%), ascoltano musica (53%), giocano (48%), seguono lezioni a distanza (39%), guardano film o serie tv (38%), mandano vocal su Whatsapp (29%), guardano video tutorial (27%), video di game players (26%) o video per informarsi e studiare (25%), pubblicano foto/video/storie su Tik Tok, Instagram e altri social (23%), guardano video comici (23%). Solo il 4% legge giornali online. Usano Whatsapp e Facebook soprattutto per stare con gli altri, YouTube, Instagram, Tik Tok, Twitch e Discord per divertirsi.
L’82% guarda serie TV insieme ai figli, il 54% condivide contenuti, il 44% gioca a videogame/giochi online con i figli, il 35% registra video con loro.
Il 47% del campione giovani, prima di condividerle, si assicura che le informazioni reperite online siano attendibili, cercando e verifica la fonte, ma un 20% non sa come orientarsi per giudicarne la veridicità e il 13% si fida solo delle notizie che hanno un elevato numero di like e condivisioni; il 20% dei giovani legge solo i titoli e il 14% si sente sommerso dalle troppe notizie in rete e una stessa percentuale non legge notizie online. Secondo il 63% dei genitori, Internet è una fonte di informazione affidabile.
Il 72% dei genitori si dice sicuro (abbastanza o moltissimo) di conoscere la vita online dei propri figli. Il 27% dichiara di conoscere le sue password, il 22% controlla con quali contatti stringe amicizia sui social, il 21% si fida e basta per non invadere la privacy dei figli, il 21% è follower dei figli e li segue sui social, il 21% ha attivato filtri di sicurezza che bloccano i contenuti per età. Ben il 44% dei genitori non controlla le app scaricate dal figlio perché si fida o perché il figlio non glielo permette.
Il 94% dei giovani ritiene che la soluzione per rendere Internet un luogo sicuro debba passare dall’educazione da parte dei genitori e della scuola. Importanti sono ritenuti anche gli strumenti tecnologici per segnalare rischi e pericoli, ma anche una maggiore consapevolezza da parte dei ragazzi. Il 35% ritiene che le aziende hi-tech dovrebbero creare sezioni su Internet adatte ai giovani.
Il 96% dei ragazzi ritiene che la loro partecipazione e opinione dovrebbe essere tenuta in considerazione per la creazione di una rete sicura. Quelli che la pensano così, è convinto che, perché ciò si realizzi, dovrebbero essere organizzati incontri specifici tenuti da esperti a scuola (47%), si dovrebbe dedicare spazio durante l’orario scolastico per formulare proposte concrete da indirizzare poi ad aziende ed esperti (38%), le tematiche potrebbero interessare i progetti di alternanza scuola-lavoro (31%), si dovrebbero organizzare incontri con le aziende hi-tech (31%), i professionisti dovrebbero dialogare con i ragazzi nell’ambito di forum internazionali (26%), dovrebbero essere promossi incontri con le istituzioni (25%).
Maggiori dettagli sono disponibili dalla fonte.
Fonte: BVA Doxa Kids
- Eventi di Telefono Azzurro per il Safer Internet Day 2022
Telefono Azzurro organizza il 7 e 8 febbraio 2022 due eventi, a Milano e a Roma, per il Safer Internet Day, giornata internazionale che la Commissione europea ha istituito con l’obiettivo di promuovere strategie finalizzate a rendere il web un luogo più sicuro per i più giovani.
A Milano, lunedì 7 febbraio, alle 9:00 nell’aula magna dell’Università Bocconi, moderati da Federico Ferrazza (Direttore Wired Italia) e Martina Pennisi (Giornalista Corriere della Sera) si parla dell’ecosistema digitale per le future generazioni, con i saluti istituzionali di Gianmario Verona (Rettore dell’Università Bocconi), Elena Bonetti (Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia) e Anna Scavuzzo (Vice Sindaco del Comune di Milano) e interventi di Ernesto Caffo (Presidente SOS – Il Telefono Azzurro Onlus), Oreste Pollicino, (Professore Ordinario di Diritto Costituzionale e Direttore del LL.M. in Law of Internet Technology), Maurizio Ferraris (Professore Ordinario di Filosofia Teoretica – Università degli Studi di Torino), Michele Colajanni (Professore Ordinario di Ingegneria Informatica – Università di Bologna), Agostino Santoni (Presidente Confindustria Digitale), Francesco Profumo (Presidente della Fondazione Compagnia di San Paolo), Cristina Liverani (Research Manager – Doxa), Laura Bononcini (Director Public Policy, Southern Europe – Meta), Diego Ciulli (Head of Government Affairs and Public Policy – Google Italia), Matteo Mille (Chief Marketing and Operations officer – Microsoft Italia).
Alle 11:00 Emilio Puccio (Segretario Generale Intergruppo per i Diritti dei Minori) modera il dibattito sull’intelligenza artificiale, big data e gaming nel futuro dell’economia e dello sviluppo sociale con Giuseppe Riva (Professore Ordinario di Psicologia Generale – Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano), Brando Benifei (Deputato del Parlamento Europeo e Capo della delegazione italiana S&D), Alessandro Bogliolo (Coordinatore Europe code week ed ideatore CodyTrip), Guido Scorza (Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali), Alfio Ferrara (Professore ordinario di Informatica – Università degli Studi di Milano).
Alle 12:00 Daniele Chieffi (Giornalista e Docente universitario) modera la discussione su “le nuove generazioni e la comunicazione digitale” tra Martina Pennisi (Giornalista Corriere della Sera), Federico Ferrazza (Direttore Wired Italia), Giovanni Ziccardi (Professore Associato di Filosofia del Diritto – Università degli Studi di Milano), Francesco Cancellato (Direttore Fanpage.it), Luigi Rancilio (Desk Centrale e Social Manager di Avvenire), Carlo Bartoli (Presidente Ordine dei Giornalisti), Giuseppe de Bellis (Direttore Sky Tg24), Luca Milano (Direttore Rai Ragazzi), Paolo Biondolillo (Vice President Havas Milan) e Paolo Benanti (Pontificia Università Gregoriana).
Alle 15:00 Mario Calvo-Platero (La Repubblica) coordina i relatori sull’etica e la responsabilità della comunità, delle istituzioni e delle aziende nell’ecosistema digitale, Anna Maria Corazza Bildt (Child Dignity Alliance), Luigina Mortari (Presidente Indire), Elio Borgonovi (Professore Ordinario di Economics and Management of Public Administration – Università Bocconi di Milano), Rocco Nardulli (Vice Questore Aggiunto – Compartimento Polizia Postale e delle Telecomunicazioni per la Lombardia), Magda Bianco (Direttrice del Dipartimento Tutela della clientela ed educazione finanziaria – Banca d’Italia), Igor Lazzaroni (Responsabile Ufficio Stampa e Progetti Editoriali – FEDUF), Tiziana Andina (Professoressa ordinaria di Filosofia teoretica Università degli Studi di Torino), Laura Montanaro (Prorettore del Politecnico di Torino), Giovanni Durbiano (Professore ordinario di Progettazione architettonica – Politecnico di Torino), Cesare D’Angelo (General Manager Italy & Mediterranean – Kaspersky), Luca Montagnino (Territory Manager – Italy and Israel, NGO – Salesforce.org), Laura Morgagni (Direttore Fondazione TorinoWireless).
A Roma, martedì 8 febbraio, alle 9:00 nelle Scuderie di Palazzo Altieri, Via di Santo Stefano del Cacco 1, si parla dei nuovi scenari della sicurezza online con i saluti istituzionali di Elena Bonetti (Ministro per le Pari Opportunità e la Famiglia), Erika Stefani (Ministro per le Disabilità), Licia Ronzulli (Presidente della Commissione per l’Infanzia e l’Adolescenza), Assuntela Messina (Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Innovazione tecnologica e transizione digitale), Benedetto Della Vedova (Sottosegretario di Stato al Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale), Anna Macina (Sottosegretario di Stato al Ministero della Giustizia)On. Barbara Floridia (Sottosegretario di Stato al Ministero dell’Istruzione), Paolo Formicola (Vicecapo di Gabinetto Vicario del Ministero dell’Interno), Caterina Chinnici (Deputato del Parlamento Europeo e co-chair dell’Intergruppo per i Diritti dei Minori), Carla Garlatti (Autorità Garante per l’infanzia), Guido Scorza (Componente del Garante per la Protezione dei Dati Personali), Antonello Giannelli (Presidente Associazione Nazionale Presidi), Sandra Cioffi (Presidente Consiglio Nazionale degli Utenti), Jacopo Marzetti (Presidente Comitato Media e Minori), Luigi Di Marco (Coordinatore ASVIS – Ufficio di coordinamento del Segretariato). Moderati da Chiara Del Gaudio (Giornalista Rai) e Luca De Biase (Giornalista Il Sole 24Ore), intervengono Ernesto Caffo (Presidente SOS – Il Telefono Azzurro Onlus), Daniele Chieffi (Giornalista e Docente universitario), Anna Maria Corazza Bildt (Child Dignity Alliance).
Alle 10:30, collegati con le scuole che hanno partecipato al Progetto nazionale Innovamenti del Ministero dell’Istruzione, Chiara Del Gaudio (Giornalista Rai) e Salvatore Giuliano (Dirigente scolastico Istituto Istruzione superiore Majorana di Brindisi) moderano gli interventi di Andrea Bollini (Dirigente Ufficio VI -DGEFID – Ministero dell’Istruzione), Gabriele Benassi (Coordinatore Equipe Formativa Territoriale USR Emilia Romagna), Stefania Bassi (Coordinamento nazionale Équipe Formative Territoriali – Ministero dell’Istruzione).
Alle 11:30 Daniele Chieffi (Giornalista e Docente universitario) modera il dibattito su bambini, tecnologia e benessere digitale con Ivano Gabrielli (Direttore Servizio Polizia Postale e delle Comunicazioni), Thalita Malagò (Direttore Generale Italian Interactive Digital Entertainment Association), Davide Bennato (Professore Associato di sociologia dei processi culturali e comunicativi – Università degli Studi di Catania), Angelo Mazzetti (Head of Public Policy, Italy, Greece, Malta and Cyprus-Meta), Giacomo Mannheimer (Head of Government Affairs and Public Policy, Southern Europe, Tik Tok), Stefano Ciullo (Director Public Policy, Netflix), Eugenio Damasio (General Manager, No Panic Agency), Matteo Flora (Presidente Permesso negato), Martina Colasante (Government Affairs and Public Policy, Google), Alberto Siracusano (Professore ordinario di Psichiatria presso Università degli Studi Tor Vergata), Paola Pisano (Professoressa di Innovazione, Università di Torino – ex Ministro per l’Innovazione e la Digitalizzazione), Giuseppe Iacono (Coordinatore Repubblica Digitale, Dipartimento per la trasformazione digitale), Sandra Cortesi (Fellow at the Berkman Klein Center for Internet & Society at Harvard University), Daniele Barca (Dirigente scolastico IC 3 di Modena), Pierluigi Lanzarini (Ceo and Founder CampuStore), Fabio Lucidi (Professore Ordinario presso il Dipartimento di Psicologia dei Processi di Sviluppo e Socializzazione – Università La Sapienza di Roma), Beatrice Lorenzin (Membro della Commissione Bilancio della Camera dei Deputati), Giovanni Rezza (Direttore Dipartimento Malattie Infettive – Istituto Superiore di Sanità), Simona Maurino (Contact Center Manager – SOS-Il Telefono Azzurro Onlus).
Alle 14:00 Emilio Puccio (Segretario Generale Intergruppo per I Diritti dei minori) sul tema “Cosa fanno e cosa possono fare le autorità indipendenti per rendere il digitale un ambiente più a misura di bambino” fa parlare Stefania Giannini (Vice Direttore Generale UNESCO), Guido Scorza (Componente dell’Autorità Garante per la Protezione dei Dati Personali), Laura Arìa (Commissario AGCOM), Brando Benifei (Deputato del Parlamento Europeo e Capo della delegazione italiana S&D), Leanda Barrington-Leach (Director of International Advocacy, 5Rights) John Carr OBE (Senior Adviser ECPAT International), Julie Dawson (Director of Regulatory & Policy – Yoti).
Alle 15:00 Mario Calvo-Platero (La Repubblica) modera il dibattito su ” A “Safer Internet” environment: enacting a more holistic and global response to protect children from online harms” con H.E. Marie-Louise Coleiro Preca (President Eurochild), Jean-Christophe Le Toquin (President INHOPE), Maud de Boer-Buquicchio (President Missing Children Europe), Ernie Allen OBE (Chair of WeProtect Global Alliance), Guillermo Galarza (Vice President, Partnerships & Training – ICMEC), Olivier Onidi (Deputy director General for Home Affairs and Migration), Serena Tommasino (Safe Online Specialist at End Violence Global Partnership and Fund), Antigone Davis (Global Head of Safety – Meta), Charlotte Yarrow (Europe Child Safety Counsel – Apple), Pier Luigi Dal Pino (Government Affairs Director Western Europe – Microsoft), Lara Almudena (Child Safety Senior Manager – Google), Laura Higgins (Director of Community Safety & Digital Civility – Roblox).
Alle 17:00 Pietro Sebastiani (Former Ambassador of Italy to the Holy See) modera il tema “Il dialogo interreligioso per la tutela dei diritti dei minori nell’ambiente digitale” con Dana Humaid (CEO Interfaith Alliance for Safer Communities), Mons. Marcelo Sanchez Sorondo (Chair of the Pontifical Academy of Social Science) Ernie Allen (Chair of WeProtect Global Alliance), Rabbino Riccardo di Segni (Rabbino Capo della Comunità Ebraica di Roma), David Lega (Co-Chair of the Intergroup on Children’s Rights).
Alle 18:00 concludono Ernesto Caffo (Presidente di SOS – Il Telefono Azzurro Onlus e Membro della Commissione Pontificia per la tutela dei minori) e Anna Maria Corazza Bildt (Child Dignity Alliance).
Fonte: Telefono Azzurro
- Safer Internet Day 2022 “Together for a better Internet”: evento online 8 febbraio
L’8 febbraio 2022 si celebra, in contemporanea in oltre 100 nazioni di tutto il mondo, il Safer Internet Day (SID), giornata mondiale per la sicurezza in Rete, istituita e promossa dalla Commissione Europea per stimolare ragazze e ragazzi a riflettere non solo sull’uso consapevole della rete, ma anche sul ruolo attivo e responsabile di ciascuno nella realizzazione di Internet come luogo positivo e sicuro.
La Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento scolastico coordina dal 2014 il Safer Internet Centre Generazioni Connesse, realizzato in collaborazione con autorevoli partner istituzionali e privati e durante il quale trovano spazio diverse attività co-finanziate dalla Commissione europea tra cui quest’anno, l’edizione online dell’evento martedì 8 febbraio dalle 10:00:
Interventi istituzionali
- 10:00 – 11:30
- Prof. Patrizio Bianchi – Ministro dell’Istruzione
- Antimo Ponticiello – Direttore Generale – Direzione Generale per lo Studente, l’Inclusione e l’Orientamento Scolastico
- Carla Garlatti – Autorità Garante per l’Infanzia e l’Adolescenza
- Daniele De Martino – Dirigente Compartimento della Polizia Postale e delle Comunicazioni di Roma
- Raffaela Milano – Direttrice Programmi Italia-Europa per Save the Children
- Ernesto Caffo – Presidente Telefono Azzurro
- Sandra Cioffi – Presidente Consiglio Nazionale utenti AGCOM
Webinars coordinati dal Consorzio del Safer Internet Centre – Generazioni Connesse
- 11:30 – 13:00 “Tra storytelling e digital reputation: costruire la propria immagine online” per studenti delle scuole secondarie di II grado
- 17:00 – 18:30 “Dalla scuola dell’infanzia alla scuola secondaria: aggiornare le parole e le proposte per la cittadinanza digitale con il kit didattico di Generazioni Connesse e il percorso di ePolicy” per il personale docente
Fonte: Ministero dell’Istruzione
- 10:00 – 11:30
- Cosa pensa Beppe Fiorello del problema dell’accesso dei giovani alla pornografia?
Nell’ambito della giornata di ieri dedicata dal Moige ai “Giovani Ambasciatori per la cittadinanza digitale contro bullismo e cyber risk”, Beppe Fiorello ha fatto alcune considerazioni sulla pornografia online, mettendo in evidenza la falsità del modello che si vede anche nella cinematografia: c’è violenza invece che amore. Ha invitato quindi a non pensare di essere inferiori, evitando di emulare quella che è finzione esasperata. Ha chiesto anche un maggior controllo a tutela dei minori, senza censura.
- Consultazione pubblica per l’attivazione automatica dei filtri nei collegamenti in rete destinati ai minori
AGCOM ha avviato la consultazione pubblica per l’adozione di linee guida finalizzate all’attuazione dell’articolo 7-bis del decreto-legge 30 aprile 2020, n. 28 in materia di “sistemi di protezione dei minori dai rischi del cyberspazio” che obbliga i fornitori di comunicazione elettronica (telefonia, TV, Internet) a preattivare sistemi di controllo parentale ovvero di filtro di contenuti inappropriati per i minori e di blocco di contenuti riservati ad un pubblico di età superiore agli anni diciotto, gratuitamente.
Nonostante il Decreto Legge sia in vigore da quasi un anno e mezzo, ancora non è operativo, a causa della resistenza dei fornitori a cambiare la loro impostazione commerciale che, a volte, prevede filtri a pagamento e spesso non li prevede per nulla.
Tutti i consumatori possono partecipare alla consultazione pubblica.
È interessante a questo proposito su Key4biz leggere il commento all’articolo 7-bis scritto da Luisa Lodevole e ascoltare il dibattito tra giuristi, operatori, psicologi e il senatore Pillon, promotore di quell’articolo, nel 2020
Fonte: AGCOM
- Instagram annuncia gli strumenti per il controllo dei minori in rete
Dopo il primo lancio fallito di una versione di Instagram per i minori di 13 anni a causa delle proteste di associazioni dei genitori, il social network ha deciso di lanciare nel marzo 2022 alcuni strumenti di controllo per i genitori (per esempio limiti di tempo nell’utilizzo) e una sezione educativa per sensibilizzare al problema della dipendenza e comprendere i meccanismi di funzionamento.
Curerà maggiormente i contenuti che l’App consiglia ai ragazzi e impedirà di citare agli adulti di citare (tagging e nudging) minori se non fanno parte dei loro followers.
La funzione “Take a break” sarà inizialmente adottata solamente in alcuni Paesi, non in Italia. Consisterà nel dare consigli di interrompere per un po’ di tempo l’utilizzo del social network.
Fonte: Instagram
- Il 40% dei bambini italiani tra i 5 e i 10 anni fornirebbe informazioni private e sensibili ad “amici” virtuali conosciuti online
Kaspersky ha commissionato a Educazione Digitale un sondaggio (tra maggio e ottobre 2021) che ha coinvolto un campione di 1.833 bambini italiani, tra i 5 e i 10 anni. L’indagine aveva lo scopo di indagare le abitudini in merito all’uso dei dispositivi tecnologici e la loro consapevolezza circa i rischi nei quali potrebbero incorrere navigando in rete. Hanno collaborato 88 scuole italiane coinvolte nel progetto Digital Security di Kaspersky.
Il 40% dei piccoli intervistati, pur avendo ricevuto consigli e istruzioni da familiari e insegnanti circa i pericoli della rete, condividerebbe senza problemi dati e informazioni personali come indirizzo di casa, scuola e lavoro dei familiari, ad amici virtuali mai incontrati prima. Il rischio che possano incorrere in malintenzionati non è quindi ipotetico: il 36% ha dichiarato di aver ricevuto online proposte di giochi o sfide pericolose da parte di sconosciuti.
Fonte: Kaspersky
- Sospeso il lancio di Instagram Kids
Instagram ha ufficialmente annunciato di aver sospeso il progetto di una versione dedicata ai minori di 13 anni per avere il tempo di ascoltare le opinioni di genitori, esperti e legali. I responsabili di Instagram non ritengono tuttavia che il progetto sia da abbandonare sia perché i bambini sono già in rete, sia perché YouTube e TikTok hanno già versioni per i più piccoli. Precisano che avevano pensato a una versione per adolescenti tra i 10 e 12 anni, con l’obbligo del permesso dei genitori e con sistemi di controllo, senza pubblicità e con contenuti adatti alla loro età.
Nel frattempo daranno ai genitori la possibilità di controllare maggiormente i loro figli minorenni (da 13 in su) su Instagram.
Citano inoltre una ricerca sul benessere degli adolescenti fruitori di Instagram, sostenendo che in 11 su 12 temi le ragazze hanno dichiarato di aver ottenuto effetti positivi dall’utilizzo di quel social network. Non negano che ci siano stati anche impatti negativi soprattutto sul tema del body image, cioè della rappresentazione del corpo, ma riportano anche reazioni positive in questo ambito.
Infine citano l’indagine del Pew Research Center nella quale gli adolescenti approvano i social media per la costruzione di amicizie solide e per la conoscenza del mondo, pur riconoscendo che possono esserci conseguenze negative nel vedere situazioni drammatiche e pressione sociale per pubblicare solamente ciò che di se stessi è positivo oppure sarà apprezzato.
Fonte: Instagram blog
- Venti anni di difesa dei minori in rete
Il 24 settembre 2001 registrammo il dominio ilFiltro.it
Nacque così uno dei primi portali in Italia dedicati alla difesa dei minori in rete e, ora, uno dei più longevi. Negli anni ha fornito a 400.000 persone informazioni affidabili e chiare su come proteggere la navigazione dei bambini e degli adolescenti, senza trascurare la sicurezza per gli adulti. Si sono succeduti interventi in TV (Uno Mattina e altri programmi), conferenze con altri esperti e con la Polizia Postale (da ringraziare per il suo continuo e validissimo intervento), lezioni in numerose scuole, progetti formativi, articoli su riviste e in rete.
Purtroppo la tendenza attuale vede calare l’interesse verso i sistemi di protezione che, data l’onnipresenza della rete nella vita di tutti, bambini inclusi, dovrebbero invece essere prioritari. La motivazione è un misto di pigrizia (vogliamo tutto e subito) e di superficialità (“non succede nulla di grave”) con un po’ di ideologia della “rete libera” che auspica un accesso incondizionato di tutti alle risorse di Internet. È come andare in farmacia e prendere a caso farmaci (che fanno bene a chi ne ha bisogno) e ingurgitarli senza criterio. Il web contiene di tutto, veleni inclusi, e non sempre è facile distinguerli: le fake news dovrebbero metterci in guardia, ma facciamo poco per evitarle, così come la pornografia e il gioco d’azzardo in mano ai bambini e ai ragazzi. Invece ci sono a disposizione filtri e consigli per le diverse situazioni: non costa molto impiantarli e seguirli.
Tra le numerose risorse disponibili sul portale, una delle più interessanti per la sua completezza e lucidità, è l’intervento di David Cameron quando era Primo Ministro del Regno Unito in cui analizza la situazione e propone alcune soluzioni, delle quali purtroppo molto poche sono state effettivamente applicate per “tenere i nostri figli al sicuro” come conclude il suo discorso. Ma quello che dice vale ancora e merita di essere meditato.
- Facebook sa che Instagram fa male agli adolescenti: i risultati di una ricerca interna
Facebook ha condotto una ricerca dal 2019 in poi per verificare le conseguenze dell’uso costante di Instagram negli adolescenti. Il risultato è preoccupante: un utente su tre ha disturbi della percezione del proprio corpo. C’è anche chi sostiene che Instagram provoca in sé un senso di angoscia. Diversi minori sono in cura per tendenze depressive. Un terzo delle ragazze afferma che Instagram peggiora la propria situazione quando sono in situazione di disagio.
Facebook, proprietaria di Instagram, non ha ancora preso provvedimenti, ma sembra che stia pensando di attivare una versione specifica per i minori di 13 anni.
Fonte: Wall Street Journal
- Bambini e lockdown un anno dopo: aumenta l’uso del cellulare anche nell’infanzia
Anche la seconda edizione (la prima a maggio 2020) della ricerca di Milano-Bicocca “Bambini e lockdown, la parola ai genitori” è stata condotta dalla Società Italiana delle Cure Primarie Pediatriche (SICuPP Lombardia- Marina Picca, Presidente e coordinatrice scientifica del progetto per i pediatri) con la collaborazione di un gruppo di ricercatori dell’Università di Milano-Bicocca (Paolo Ferri e Chiara Bove docenti del Dipartimento di Scienze umane per la formazione) e della spin off dell’Università di Milano-Bicocca “Bambini Bicocca” (Susanna Mantovani, coordinatrice scientifica).
I ricercatori hanno riproposto a maggio 2021 alle oltre 3.000 famiglie interessate dalla prima indagine, i due questionari online parzialmente differenziati a seconda delle età – bambini di età compresa tra 1-5 anni e bambini dai 6 ai 10 anni – allo scopo di conoscere l’evoluzione del vissuto dei genitori e dei bambini nei mesi successivi al primo lockdown (da settembre 2020 a maggio 2021).
Il 93% dei rispondenti sono madri con un titolo di studio medio alto con bambini di queste fasce d’età residenti a Milano città e in tutte le province della Lombardia, la regione più colpita dalla pandemia Covid-19.
Il digitale si è dimostrato un aspetto sempre più rilevante nella vita dei bambini: il 58,4% dei bambini 6-10 anni possiede un apparato personale, in netto aumento rispetto al primo lockdown (23,5%).
Anche l’età si abbassa: avevano un cellulare il 9,2% dei bambini dagli 1 ai 5 anni, ora lo possiede il 14,5%.
Ne è diretta conseguenza un forte aumento di utilizzo anche fuori dall’uso didattico, in particolare per i bambini 6-10 anni: 52,5%.A questo proposito, sottolineano i ricercatori, non pare nemmeno riscontrarsi l’effetto “stanchezza da digitale”, anzi è forse ipotizzabile una sorta di assuefazione all’utilizzo dello strumento digitale, che non viene più percepito come un qualcosa di “speciale” e occasionale ma diviene l’interfaccia con cui si fa esperienza della vita, dall’apprendimento allo svago.
«Il digitale, con la pandemia – afferma Paolo Ferri – è divenuto un elemento sempre più presente nella vita dei bambini. Le famiglie lo percepiscono come un elemento “naturale” del loro mondo. Non si può tornare indietro o imporre divieti. Si tratta, invece, di formare i genitori, gli insegnanti e i bambini ad un uso consapevole, critico e creativo dello smartphone. Va, infatti, evitato che lo smartphone si trasformi in una “baby sitter” o peggio in un “dispenser” di stili di vita standardizzati e di prodotti commerciali! Un compito sfidante e complesso per i genitori e per tutti coloro che si occupano professionalmente di bambini»
È disponibile il rapporto completo.
Fonte: Università Milano Bicocca
- In Cina i minori potranno giocare online solamente tre ore a settimana
La National Press and Publication Administration cinese ha annunciato che i minori di 18 anni potranno giocare a videogame online solamente dalle otto alle nove di sera, dal venerdì alla domenica, per un totale di tre ore a settimana, al fine di prevenire la dipendenza dai giochi in rete e proteggere la loro salute fisica e mentale.
Fonte: ANSA
- Nuove funzioni di sicurezza di Google per i minori
Google ha ufficialmente annunciato di aver deciso di introdurre una nuova politica di protezione dei minori, abilitando chi ha meno di 18 anni (oppure i loro genitori o tutori) a richiedere la rimozione delle proprie immagini dai risultati del motore di ricerca. Se accettata, questa richiesta non cancella le immagini dai siti che le contengono, ma fa in modo che chi le cerca non le possa trovare attraverso Google, che è il modo in cui nella quasi totalità dei casi si arriva a un contenuto web.
Altre nuove politiche riguardano le impostazioni per utenti registrati, minori di 18 anni:
- YouTube: imposterà automaticamente le maggiori restrizioni di protezione, tipiche dell’età 13-17 anni, aggiungendo controlli sulle pubblicità, impedendo l’autoplay e segnalando l’ora di andare a letto o interrompere la visione
- Ricerca: imposterà ricerca sicura automaticamente
- Assistant: ricerca sicura anche con gli apparati diversi da computer e smartphone (Google Nest), con filtri anche sui testi delle canzoni [non ancora disponibile in Italia]
- Cronologia degli spostamenti: non sarà possibile attivarla
- Play: le App avranno un indicatore di compatibilità familiare
- Workspace for Education: maggiori controlli per i docenti, ricerca sicura preimpostata non rimovibile, e impossibilità di navigare in incognito
- Pubblicità: cercherà di evitare di mostrare pubblicità inadatta ai minori
Fonte: Google Blog
- Apple ha deciso di analizzare le foto personali per combattere la pedopornografia
Aggiornamento del 2021-09-03: Dopo aver ricevuto osservazioni di utenti, ricercatori e legali, Apple ha deciso di attendere alcuni mesi prima di attivare questa nuova funzione, per migliorare la tutela della privacy.
La Apple ha deciso di intervenire per limitare la diffusione di materiale fotografico sugli abusi sessuali sui minori, la pedopornografia (negli USA: CSAM, Child Sexual Abuse Material).
Introdurrà in iOS 15, iPadOS 15, watchOS 8 e macOS Monterey strumenti per i genitori per controllare la comunicazione in rete dei propri figli, segnalando loro eventuali situazioni a rischio e oscurando immagini pornografiche, senza che i messaggi siano leggibili da Apple (la App Messaggi usa crittografia da mittente a destinatario e non è intercettabile). Anche Siri e il motore di ricerca segnaleranno situazioni potenzialmente pericolose, soprattutto in ambito pedopornografico.
Inoltre sottoporrà a scansione le immagini caricate su iCloud Photos in modo da riconoscere eventuali violazioni della legge in tema di protezione dei minori. Non sarà un’analisi del contenuto, in senso stretto, ma un confronto automatizzato con il grande archivio di immagini pedopornografiche gestito in collaborazione dalle forze dell’ordine di diversi Paesi. Con sistemi crittografici avanzati, Apple assicura di intervenire manualmente per verifica ed eventuale susseguente denuncia alle autorità, solamente quando il numero di immagini illegali supera una certa soglia critica, evitando così di segnalare eventi occasionali, non voluti o casuali. In ogni caso, l’analisi manuale è limitata alle foto incriminate.
Fonte: apple.com/child-safety
- Durante la pandemia sono aumentati i reati associati agli abusi di minori
Come è noto, Internet ha allargato notevolmente il fenomeno della pedopornografia e quindi gli abusi di criminali, attraverso adescamenti di vario tipo. Il vantaggio della facilità di comunicazione ha portato i pedofili a costituire reti, a volte mondiali, per lo scambio di immagini e filmati: far parte di una grande comunità ha consentito loro una sorta di autolegittimazione degli atti sessuali, anche violenti, nei confronti delle giovani vittime.
Con la pandemia, la permanenza costante di tanti bambini collegati a Internet ha allargato il “mercato” dei pedofili e si è registrato un incremento dei casi denunciati. La Polizia Postale e delle Comunicazioni ha rilevato nel 2020 un aumento del 77% dei casi in cui sono stati compiuti reati online a danno di minori: pedopornografia, adescamento online, cyberbullismo, estorsioni sessuali, revenge porn e truffe. Riguardo alla circolazione di immagini pedopornografiche, nel 2020 i casi trattati sono aumentati del 132% e gli abusanti indagati del 90%. Nel primo quadrimestre 2021 si sono verificati incrementi del 70% dei casi trattati per reati connessi con la pedopornografia e l’adescamento online rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente: bambini tra 0 e 9 anni agganciati sui social, sulle app di gioco e condotti in relazioni tecnomediate di tipo abusante da adulti senza scrupoli. Nei primi 4 mesi di quest’anno 52 casi, a fronte dei 41 dell’intero anno precedente.
Oggi, in occasione della giornata nazionale contro la pedofilia e pedopornografia, dalle 10 alle 17:30 a Palazzo Borromeo, sede dell’Ambasciata d’Italia nella Santa Sede, si svolge l’evento “Dignità dei bambini e degli adolescenti al tempo del covid”, parzialmente trasmesso in diretta.
- Siamo connessi a Internet per oltre 6 ore al giorno e passiamo quasi 2 ore sui social
Dal Global Digital Report 2021 di Hootsuite risulta che in Italia, nonostante il calo demografico, c’è stato un incremento di un milione di persone che si sono connesse a Internet per la prima volta: abbiamo superato quindi i 50 milioni di navigatori della rete. Nelle reti sociali l’incremento è ancora maggiore, con 2 milioni di nuovi utenti.
Ma il dato più interessante è il tempo di connessione medio: oltre 6 ore, di cui 2 nelle social networks nelle quali abbiamo in media quasi 8 utenze contemporanee.
La crescita di TikTok, con il raddoppio in un anno, segnala chiaramente anche un aumento della fruizione da parte dei minori, anche se l’indagine in questione si limita ai maggiori di 13 anni.
Inoltre, il fatto che la seconda ricerca più frequente dopo “canzoni” su YouTube sia “me contro te” porta immediatamente a un pubblico molto giovanile: i bambini amano i due ragazzi protagonisti di video, libri e film.
Fonte: we are social
- Safer Internet Day 2021
Per il Safer Internet Day 2021, alle 10, trasmissione in diretta organizzata dal Ministero dell’Istruzione e da Generazioni Connesse, il centro d’informazione per un Internet sicuro. L’intervento principale è a cura del filosofo Luciano Floridi, Direttore del Digital Ethics Lab – Oxford Internet Institute dell’Università di Oxford: è interessante leggere la sua intervista dell’Osservatore Romano: “Elogio delle idee ingenue”.
- TikTok: dopo il caso della bimba di Palermo, il Garante privacy dispone il blocco del social
Il Garante per la protezione dei dati personali ha disposto nei confronti di TikTok il blocco immediato dell’uso dei dati degli utenti per i quali non sia stata accertata con sicurezza l’età anagrafica. L’Autorità ha deciso di intervenire in via d’urgenza a seguito della terribile vicenda della bambina di 10 anni di Palermo, morta soffocata dopo aver imitato un comportamento rischioso visto in un filmato di TikTok.
Il Garante già a dicembre aveva contestato a Tik Tok una serie di violazioni: scarsa attenzione alla tutela dei minori; facilità con la quale è aggirabile il divieto, previsto dalla stessa piattaforma, di iscriversi per i minori sotto i 13 anni; poca trasparenza e chiarezza nelle informazioni rese agli utenti; uso di impostazioni predefinite non rispettose della privacy.
In attesa di ricevere il riscontro richiesto con l’atto di contestazione, l’Autorità ha deciso comunque l’ulteriore intervento odierno al fine di assicurare immediata tutela ai minori iscritti al social network presenti in Italia.
L’Autorità ha dunque vietato a Tik Tok l’ulteriore trattamento dei dati degli utenti “per i quali non vi sia assoluta certezza dell’età e, conseguentemente, del rispetto delle disposizioni collegate al requisito anagrafico”. Il divieto durerà per il momento fino al 15 febbraio, data entro la quale il Garante si è riservato ulteriori valutazioni.